LA VITA - Pietro Giambelluca scultore - PIGIA

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LA VITA

BIOGRAFIA

"SONO UN VERO ARTISTA E LO SONO DENTRO, HO IL VERO SENSO DELL'ARTE E NON HO BISOGNO DI PRESENTAZIONI  POICHE' SARANNO LE GENERAZIONI FUTURE A DIRE SE SONO STATO BRAVO"  (Pietro Giambelluca)


Pietro Giambelluca nasce ad Isnello (Pa) il 22 dicembre 1927 da Michele Giambelluca e Vincenza Quartararo.

              
  Pietro Giambelluca                      Isnello

Secondo di sette figli, trascorre l'infanzia in Sicilia alternandosi tra Isnello (Pa), ridente paese delle Madonie e l'azienda agricola di famiglia, nell'esteso Baronato di Villaurea in Cammisini (Pa), dove col padre si dedica alla cura degli armenti.

        
Cammisini                                              Cammisini "Il Borgo"

Questo periodo è per lui determinante poiché scopre la passione per la natura e, in particolare, per i cavalli che saranno per tutto il corso della vita la principale fonte d'ispirazione della sua arte figurativa.

  
Folgorazione di San Paolo bronzo      Volta bronzo

Nel 1933, all'età di sei anni, è incaricato dal suo maestro della scuola elementare di realizzare un presepe da esporre in occasione del Natale: è la sua prima creazione scultorea.  
Si diploma nel Liceo Artistico di Palermo dopo un orientamento classico.
Nel 1949 l'artista approda in Ciociaria.
Nei primi anni ‘50 partecipa a Roma al Concorso Nazionale e vince la cattedra per l'insegnamento dell'Educazione artistica e disegno, al quale si dedica prima, fino al 1956, presso l'Istituto Magistrale di Veroli (Fr) e a Frosinone, presso la Scuola Media Statale Luigi Pietrobono, poi, dove rimane in servizio fino al congedo (1982).

 Veroli                      Il Maestro e i suoi alunni 1980                                        


Nel 1956 si unisce in matrimonio con Rosalba a Roma nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo. Avranno tre figli: Michele, Sabrina e Francesco.

         
                             
Chiesa degli Artisti Roma

E' a Frosinone, prima nel suo studio di via Marittima e poi in quello di via Dante Alighieri, che Giambelluca intraprende il suo itinerario artistico, raffinando la manualità e le tecniche che l'orientano ad approfondire l'arte scultorea e che lo conducono a realizzare prestigiose e significative opere.
La poliedricità e la versatilità della sua arte si manifestano grazie alla sua eccezionale padronanza delle diverse tecniche: bronzo, terracotta, rame sbalzato, gesso, cemento debolmente armato, cemento a fresco, ceramica, sanguigna, grafica e pittura.
Per le sculture in bronzo Pietro Giambelluca ha seguito personalmente i passaggi delle fusioni da lui realizzate con la tecnica della forma a cera persa. Pochissime sono le sculture multiple realizzate da Pietro Giambelluca che, immediatamente dopo la fusione, pretendeva dallo stesso fonditore l'immediata rottura della forma.
Nel 1951 il Maestro fa la prima comparsa alla Mostra Collettiva allestita in Frosinone con i suoi primi gruppi scultorei: la "Leda col Cigno" e “I Fratelli Maccari” (v. in “opere” di questo sito).

                             
I Fratelli Maccari

Nel 1952 espone alla Mostra Nazionale di Arti Figurative in Alatri (Fr), (v. in “mostre e pubblicazioni” di questo sito).
Nel 1953 si afferma agli “Incontri della Gioventù” ottenendo il terzo premio con l'opera "Tre Momenti". Nell'agosto dello stesso anno espone alla Mostra d'Arte Sacra Nazionale di Vicenza e ancora, con una "Maternità" in terracotta, al Palazzo delle Esposizioni di Roma in occasione della Mostra d'Arte sulla vita del Mezzogiorno in Italia, riscuotendo notevole successo (v. in “mostre e pubblicazioni" di questo sito).

                                                  
                                                                                                                       Palazzo delle Esposizioni Roma                       

                                                                                                                                                                        
Dopo un breve contatto con l'Artigianato abruzzese si dedica allo sbalzo dei metalli, in particolare del rame.
Nel 1955 allestisce con la pittrice Taly Alberti, per la prima volta, una mostra di sbalzi in rame a Frosinone sotto il patrocinio dell'Associazione Culturale Dante Alighieri.

                   Sopravvivenza rame sbalzato

Dopo un serio studio di formazione e di personali ricerche stilistiche, nel marzo 1957 si presenta a Roma e ottiene eccellenti riconoscimenti alla Personale allestita da Porfirio nella Galleria "La Capannina" di via Margutta, con presentazione di sculture e sbalzi (v. in “mostre e pubblicazioni” di questo sito).
Nel gennaio 1957 partecipa alla Mostra Nazionale del "Pezzo da Presepe" al Museo di Palazzo Braschi di Roma.
Nel marzo 1957 partecipa con un'opera al premio di scultura "Vincenzo Gemito" all'Accademia di Napoli (v. in “mostre e pubblicazioni” di questo sito).
A metà degli anni cinquanta Pietro Giambelluca realizza il Tabernacolo bronzeo ed i Calici in rame sbalzato della Chiesa di Santa Lucia in Frosinone 1956
 (v. in “arte sacra” di questo sito).     
Negli anni sessanta è vincitore della cattedra di Modellato presso l'Accademia delle Belle Arti di Roma, rinunciandovi.
                


                                          
  L'Accademia delle Belle Arti di Roma

Quindi, fonda in Frosinone la prima (ed unica) Scuola di ceramica alla quale si dedica per diversi anni e realizza molteplici opere per collezioni private e di arredo di diversi edifici anche pubblici.
E' in questo periodo che, tra le altre opere, realizza la Via Crucis e il Cristo nella Chiesa del Sacro Cuore in Frosinone - 1968 - e i bassorilievi della Sala Edoardo De Filippo del Teatro Nestor - 1967 - e del palazzo Coldiretti - 1967 - di Frosinone con la tecnica del cemento a fresco (v. in “opere” di questo sito).
In questo stesso tempo l'artista si dedica ad alcune Opere Sacre in rame sbalzato, tra cui si ricorda la composizione del leggio della Chiesa di San Benedetto a Frosinone - 1967 - (v. in “arte sacra” di questo sito).

           Leggio Chiesa di S. Benedetto
                                                           rame sbalzato Frosinone

Negli anni settanta e ottanta si dedica a diverse mostre personali e collettive ed intensifica la sua produzione.
Risalgono a questo periodo, tra le altre, il Rosone bronzeo della Chiesa della Sacra Famiglia - Frosinone 1970; la Fontana bronzea raffigurante “Stormo di rondini”- Frosinone 1971.

       
                             
                   Chiesa Sacra Famiglia                                                              Rosone particolare bronzo
                             Frosinone                                                                                    Frosinone 1970

Tra le esposizioni si ricordano: la mostra d’arte personale di scultura e grafica a Lucca ne “Il Salotto di Contenzione”- 1974; la mostra personale di scultura, sbalzi in rame e grafica a Frosinone presso la saletta dell’E.P.T. - 1980; la mostra personale di scultura e arti grafiche nel Castello dei Ventimiglia a Castelbuono - Pa - 1983; la mostra personale di sculture, sbalzi e grafica a Latina - 1984; la mostra collettiva di scultura con l’opera bronzea “Maternità” a Ginevra, nel Palazzo dei Congressi Nazionali e Internazionali - 1984;

                                      
Ginevra

la mostra collettiva di scultura a Rieti - 1984; la mostra personale delle proprie opere a Circello - Bn - 1985; la mostra collettiva a Cascia - PG - 1985; la mostra collettiva Nazionale delle Regioni d’Italia Tevere Expo a Roma - 1985; la mostra personale di opere in bronzo a Fiuggi Terme - Fr - 1987 (v. in “bibliografia” di questo sito).
E' nel decennio degli anni settanta che gli è chiesto di partecipare e vi partecipa con la scultura bronzea intitolata "Maternità" - 1976 - alla Prima Rassegna Nazionale del "Sacro nell'Arte Contemporanea", tenutasi a Palermo nel Palazzo Arcivescovile; Collettiva di prestigio che propone opere dei più celebri artisti quali: Francesco Messina (Linguaglossa 15/12/1900 - Roma 13/9/1995), Renato Guttuso (Bagheria 26/12/1911 - Roma 18/1/1987), Giorgio De Chirico (Volos 10/7/1888 - Roma 20/11/1978), Emilio Greco (Catania 11/10/1913 - Roma 5/4/1995), Pericle Fazzini (Grottammare 4/5/1913 - Roma 4/12/1987), Filippo Sgarlata (Tunisi 24/11/1901 - Termini Imprese 15/9/1979) e Ugo Attardi (Sori 12/3/1923 - Roma 20/7/2006) (v. in “bibliografia” di questo sito).
Pur essendosi trasferito dalla sua terra in Ciociaria non ha mai abbandonato la Sicilia e le Madonie ove, per tutto il corso della sua vita, ha intensificato il patrimonio artistico realizzando diversi monumenti. Si ricordano: il Cristo in bronzo e la Porta in rame sbalzato presso la Chiesa di San Paolo Apostolo di Piano Zucchi (Pa) - 1977; il Monumento al Cardinale Pappalardo in Monreale (Pa) - 1980;

                         
Cardinale S. Pappalardo bronzo

il Monumento al Vescovo Monsignor Salvatore Cassisa presso il Duomo di Monreale (Pa) - 1983; il Tabernacolo in bronzo presso il Duomo di Cefalù (Pa) - 1984; il Cristo ed il Tabernacolo in bronzo nel Duomo di Lascari (Pa) - 1985; il Monumento a San Saba e San Macario presso la Chiesa Madre di Collesano (Pa) - 1985; il Tabernacolo in bronzo nel Duomo di Monte Maggiore Belsito (Pa) - 1986;

                                  
Fonte battesimale bronzo

il Monumento alla Madre Madonita nel Parco Nazionale delle Madonie ad Isnello (Pa) - 1987; il Monumento Sacro a Madre Teresa di Calcutta a Caltavuturo (Pa) - 1992;

Madre Madonita bronzo              Madre Teresa di Calcutta bronzo                        
                                                                                                                       

il Monumento Sacro a Padre Pio nella città di Pollina (Pa) - 1992; la Porta in bronzo del Duomo di Alia (Pa) - 2000. Ed inoltre in Ciociaria: il Monumento ai Caduti di tutte le Guerre di Alvito (Fr) - 1967;

                                                             

                                                             
Monumento ai Caduti
                                                                                                                         Alvito 1967

                                                     
il Monumento a Giacomo Matteotti, Frosinone - 1975;  il Monumento a San Francesco Saverio Maria Bianchi, Arpino (Fr) - 1977; il Monumento a San Giuseppe Lavoratore a Frosinone - 1987; il Monumento alla Dea Temi presso il Palazzo di Giustizia di Frosinone - 2006;

   
S. Francesco Saverio                                   
                                         M. Bianchi bronzo                                                            Dea Temi bronzo
                                                       

il Monumento Sacro a Padre Pio a Frosinone - 1991; il Monumento a Monsignor Paglia nella Chiesa Madre di San Michele Arcangelo di Boville Ernica (Fr) - 1992; il Monumento a Fabrizio Spaziani nell'atrio dell'Ospedale di Frosinone - 2011; nell'Agro Pontino, il Monumento alla Madonna di Porto Salvo - Chiesa di Porto Salvo - Porto Badino, Terracina - Lt - 2002 (v. in “opere” di questo sito).   
Pietro Giambelluca oltre ad aver tenuto molteplici mostre personali e collettive, ha ottenuto diversi Premi Nazionali: terzo premio Incontri della Gioventù - 1953; primo premio di scultura alla mostra "La Ciociaria Presenta" - 1963; primo premio per la realizzazione del Trofeo della Lotteria di Capodanno - 1963;

                              
                              
1° Trofeo Canzonissima 1963-64
                                                                                                                bronzo


primo premio alla mostra d'arte sacra, Linguaglossa - 1967.
Il repertorio artistico dello scultore Pietro Giambelluca conta numerose opere: olii su tela, disegni in bianco e nero e a colori, sanguigne, litografie, realizzate con la tecnica dell'incisione del disegno originale su pietra. Non mancano numerosi ritratti, busti per collezioni private.
Tra i critici che si sono occupati dell'arte di Pietro Giambelluca si ricordano, tra gli altri: Giuseppe Bonaviri,

            
Giuseppe Bonaviri bronzo               

                                                     

Nestore Caggiano, Livio Pezzato, Luigi Filippetta, Luigi Bevacqua, Giovanni Marzoli, F. Giudice, E. Giudici, Michele Biancale, Michele Santulli, Mario Massarin, Mario Pepe, Pino Alessandro, Luigi Alonzi, Giuseppe Pelloni, Don Crispino Valenziano, Daniele Maione, Franco Amodeo, T. Casatelli, C. Marcantonio, Lubiana Cianciulli, V. Mariani, F. Porfirio, Cardinale Salvatore Pappalardo, Edoardo Iannuccelli, Anna Maria Greco di Bianca, Aldo Casanova, Cardinale Corrado Ursi, Monsignor Don Mario Brocchi, Don Bernardino D’Aversa (v. in “autori” di questo sito).

Pietro Giambelluca si spegne a Terracina
                                       
                                                                 
Terracina

alla veneranda età di 83 anni, la sera del 24 novembre 2011.


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